Per una maggiore consapevolezza dell’autismo e dei disturbi rientranti nello spettro autistico.

La parola “autismo” deriva dal greco αὐτός, aütós – “stesso”, “stare soli con sé stessi”.

La scoperta dell’autismo è relativamente recente. I primi ad usare il termine nella sua accezione moderna furono Hans Asperger e Leo Kanner, negli anni ‘30 del secolo scorso.

Ci vollero ancora diversi anni prima che si si cominciasse a prendere coscienza della diffusione e della gravità di questo disturbo e, di conseguenza, iniziassero le prime ricerche sulle cause dell’autismo e sulle prime terapie sperimentali; una ricerca che, in un certo senso, non è mai terminata: oggi sappiamo come riconoscere l’autismo e abbiamo strumenti validi per una diagnosi precoce. Ma si conosce ancora ben poco sulle cause e su una possibile terapia risolutiva.

Non Autismo, ma “Disturbi dello Spettro Autistico”

L’autismo non è un disturbo definito con certezza, ma un insieme di alterazioni dello sviluppo cerebrale: per cui è preferibile usare la definizione di “disturbi dello spettro autistico”.

I disturbi dello spettro autistico sono variabili da un soggetto all’altro, tanto che si può dire che ogni bambino autistico è un caso a sé.autismo e bambini

I disturbi dello spettro autistico (DSA o, in inglese, ASD, Autistic Spectrum Disorders), comprendendo diverse patologie e sindromi tutte aventi come comune denominatore difficoltà nello stabilire relazioni sociali spontanee e naturali. Spesso si accompagnano anche ad un uso anomalo del linguaggio e a comportamenti ripetitivi e limitati.

I primi sintomi e la prima diagnosi

I sintomi iniziali dell’autismo compaiono già a partire dall’età di sei mesi, fino ad essere più evidenti dall’età di due o tre anni.

I genitori di solito notano i primi segni entro i due anni di vita del bambino e la diagnosi certa spesso può essere fatta entro i trenta mesi di vita.

I bambini affetti da un disturbo dello spettro autistico non presentano solitamente un singolo sintomo ma una triade di sintomi caratteristici: deficit nell’interazione sociale, deficit nella comunicazione, interessi e comportamenti limitati e ripetitivi.

Possibili Cause dei disturbi dello spettro autistico

disturbi dello spettro autisticoLe cause alla base dei disturbi dello spettro autistico sono ad oggi ancora sconosciute. Quello che sappiamo è che l’autismo è una patologia psichiatrica con una forte componente ereditaria: per i genitori che hanno già avuto un figlio autistico, il rischio di averne un altro con la stessa patologia è di 20 volte maggiore rispetto alla popolazione comune.

Per questo motivo la ricerca scientifica si è orientata soprattutto verso i fattori genetici e si è focalizzata sullo studio del cervello. Allo stato attuale si pensa che all’origine dei disturbi dello spettro autistico ci siano anomalie dei neuroni e delle connessioni fra i neuroni stessi. Ciò provoca un irrigidimento delle funzioni del cervello e di conseguenza un’incapacità di mettere insieme in modo armonico queste molteplici funzionalità.

Le complesse e numerosissime reti di neuroni che compongono il nostro cervello si formano e si sviluppano durante la vita fetale, continuano a svilupparsi dopo la nascita e ancora per molti anni, fino al raggiungimento dell’età adulta. Questo sviluppo continua, sia pure meno vivacemente, per tutta la vita, ma la struttura di base di queste reti non cambia più dopo la nascita. Poiché è questa struttura a essere danneggiata nei soggetti autistici, si ipotizza che la causa del danno sia dovuta a una combinazione di fattori genetici e danni congeniti che hanno agito prima della nascita. Non ci sono prove dell’influenza di fattori esterni intervenuti dopo la nascita: vaccinazioni, alimentazione, assunzione di sostanze tossiche, interazione con i genitori.

Isolamento autistico come protezione dal mondo esterno

autismo e isolamentoLa chiusura o isolamento autistico, che è quello che dà il nome a questa patologia, si attua prevalentemente nei confronti del mondo esterno, nei casi più gravi questa estrema difesa può essere attuata anche nei confronti di una parte degli stimoli che provengono dalla propria mente o dal proprio corpo. Questa chiusura, che nasce dal bisogno di proteggersi da stimoli ambientali troppo dolorosi per poterli gestire e sopportare, può essere più o meno grave e quindi può escludere dal proprio mondo in modo parziale o totale gli altri esseri umani ma anche gli animali e nei casi più gravi anche gli oggetti.

Questo allontanarsi ed estraniarsi dalla realtà che circonda il bambino e perdersi in un incantato mondo interiore, può avvenire in modo involontario e istintivo ma può anche essere ricercato, mediante vari stratagemmi.

Le persone che stanno accanto a bambini o adulti con sintomi di autismo spesso cercano di riportarli alla realtà utilizzando modi non adeguati come i rimproveri e i richiami, mentre sarebbe molto più utile riuscire a creare una relazione efficace, adoperando la massima dolcezza e delicatezza ad esempio, giocando con loro, senza costrizioni o condizionamenti (Tribulato E., “Autismo e gioco libero autogestito”)

Interventi di riabilitazione

Ad oggi non è ancora stata scoperta alcuna cura davvero efficace per contrastare l’autismo che è e rimane quindi un disturbo che perdura per tutto l’arco della vita. Esistono tuttavia diversi interventi di riabilitazione che possono consentire al bambino di raggiungere un certo livello di autonomia e le cui probabilità di successo sono maggiori se vengono effettuati precocemente.

I trattamenti di riabilitazione prevedono sempre il coinvolgimento dei genitori e hanno per obiettivo favorire il più possibile l’autonomia del bambino. Quando in famiglia emerge un simile problema è consigliabile prendere contatto con i servizi di neuropsichiatria infantile della ASL del proprio territorio.

L’Istituto Superiore di Sanità ha elaborato la linea guida intitolata “Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti”

Queste alcune delle raccomandazioni riportate nel documento:

  • I programmi di intervento devono essere mediati dai genitori
  • Il metodo TEACCH (“Treatment and Education of Autistic and Communication Handicapped Children”) per la terapia dell’autismo ha mostrato di produrre miglioramenti sulle abilità motorie, le performance cognitive, il funzionamento sociale e la comunicazione.
  • Tra i programmi intensivi comportamentali il modello più studiato è il metodo ABA (Applied Behaviour Analysis, Analisi Applicata del comportamento), efficace nel migliorare il Quoziente di Intelligenza, il linguaggio e i comportamenti adattativi.
  • È consigliato l’uso della terapia cognitivo comportamentale (Cognitive behavior therapy, CBT) per il trattamento dei disturbi d’ansia e per la gestione della rabbia nei bambini con sindrome di Asperger o autismo ad alto funzionamento.
  • La terapia comportamentale dovrebbe essere presa in considerazione per gli eventuali problemi del sonno.
  • Si raccomanda di non utilizzare la comunicazione facilitata con bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico.
  • La terapia con ossigeno iperbarico non è raccomandata perché inefficace.
  • Alcuni farmaci possono essere utili nella cura di sintomi associati ai disturbi dello spettro autistico: risperidone, aripiprazolo e metilfenidato. Il loro utilizzo è riservato agli specialisti neuropsichiatri.

Orso Azzurro, fin dalla sua nascita, è alla continua ricerca di ausili e giocattoli didattici che possano aiutare e accompagnare i bambini con disturbi dello spettro autistico nella scoperta di sé stessi e del mondo esterno, rispettando sempre i bisogni, gusti e peculiarità di ogni bambino.

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